Impianti di depurazione

Acque reflue, tanti comuni ancora senza impianto di depurazione

Acque reflue, tanti comuni ancora senza impianto di depurazione

Abbiamo più o meno tutti ben presente che sul riciclo e sulla gestione dell’acqua c’è ancora molto da fare. Non solo nel privato, dove ognuno può dare il proprio contributo, ma anche, e soprattutto, nel pubblico, dove gli interventi ormai necessari e urgenti sono ancora, purtroppo, moltissimi.

I servizi di depurazione delle acque reflue in diversi comuni di alcune regioni sono del tutto assenti, con conseguente impatto ambientale critico e dispersione di potenziali risorse da riciclare. Un’intelligente gestione delle acque reflue non solo infatti deve essere vista come una diversa e meno impattante modalità di smaltimento di un rifiuto, ma come una fonte di risorse disponibili da poter sfruttare.

In Italia i comuni che ancora non gestiscono al meglio le risorse idriche sono 342, a cui corrispondo circa 1,4 milioni di abitanti. In questi è totalmente assente il servizio di depurazione delle acque reflue urbane. Di questi 342 comuni 75 si trovano Sicilia, regione che presenta la situazione più critica. A seguire la Calabria con 57 e la Campania con 55.

Molto grave è il triste esempio delle acque del depuratore di Fondo Verde, a Palermo, che avrebbero dovuto essere usate per il ravvenamento delle falde idriche e che invece da anni vengono fatte confluire nella rete fognaria, senza contrastare i fenomeni di cuneo salino della piana dei Colli che rischia di desertificare i terreni sino a Mondello. Ancora più grave se si pensa al valore e all’aiuto che apporterebbe l’eventuale recupero e riutilizzo delle acque reflue in periodi di siccità, che stanno diventando sempre più gravi e frequenti. Per le inadempienze nell’attuazione della Direttiva l’Italia ha già subito due condanne da parte della Corte di Giustizia Europea, ed è stata avviata una nuova procedura di infrazione.

Gianfranco Zanna, presidente regionale di Legambiente Sicilia invoca interventi tempestivi:

«La vastità del fallimento che in ben 27 anni non ha visto nessun adeguamento della Sicilia alle norme nazionali ed europee, richiede che il presidente Musumeci instauri al più presto un tavolo tecnico con le associazioni ambientaliste che da tempo denunciano l’inconsistenza della Regione Siciliana, lasciando fuori tutti coloro che in questi anni si sono occupati del settore. Non c’è più tempo per dare la parola a chi ha fallito nel campo dei rifiuti e delle acque».

I dati di riferimento sono stati pubblicati sul Portale dell’Acqua (www.acqua.gov.it).

Se volete consultare i dati completi sugli impianti di depurazione delle acque reflue urbane in esercizio in Italia è tutto disponibile QUI.

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