Riutilizzo irriguo

Impianti di Depurazione per Trattamento delle Acque Reflue e il loro Riutilizzo irriguo

Acque reflue provenienti da insediamenti civili e/o assimilati al domestico.

Le norme tecniche per la tutela delle acque, disciplinano anche il recupero delle acque reflue sia per uso irriguo che per uso industriale. Risulta fondamentale essere a conoscenza che numerosi paesi nel mondo a causa della scarsità della risorsa idrica destinano anche le acque reflue depurate anche ad uso potabile.

Dobbiamo pensare che questa pratica in paesi a bassissima disponibilità di tecnologia e di energia elettrica diffusa, può risultare particolarmente pericolosa per la salute umana. Questo deve farci riflettere sul privilegio di avere grandi disponibilità di risorsa idrica e della sua elevata qualità ma allo stesso tempo deve sensibilizzarci sul suo utilizzo sostenibile e durevole.

Oltre al D.Lgs. 152/06 è in vigore il Decreto Ministeriale 185 12 giugno 2003 che stabilisce le norme tecniche per il riutilizzo delle acque reflue domestiche, assimilate alle domestiche, urbane ed industriali, indicando anche i parametri entro i quali devono rientrare queste acque per il loro riutilizzo nei diversi ambiti. Tali parametri tengono conto sia dei parametri chimici che biologici e possono essere differenti a seconda dell’impiego delle acque reflue depurate.

Bisogna tener conto che le acque reflue non hanno tutte la stessa natura e le stesse caratteristiche e quindi per individuare il sistema di trattamento depurativo più adatto risulta fondamentale conoscere sia l’origine delle acque inquinate sia la loro destinazione finale. Le acque reflue provenienti da metabolismo umano e quindi domestiche e/o civili hanno una netta prevalenza di inquinanti di natura organica e naturale, mentre nelle acque industriali si rinvengono sostanze con prevalenza di sintesi chimica.

Le acque reflue domestiche possono essere originate da abitazioni sia residenziali che saltuarie ma anche da attività assimilabile alle domestiche come cantine vinicole, caseifici, camping e villaggi turistici, agriturismi ed alberghi sia di costruzione tradizionale che in bioarchitettura.

Quali sono le destinazioni d’uso delle acque reflue depurate?

IRRIGUO – Per irrigare le colture destinate al consumo umano o animale, alle colture per la produzione di energia elettrica, oppure per l’irrigazione di giardini, campi sportivi e spazi verdi in genere.
CIVILE – Per la pulizia delle strade dei centri urbani, per il lavaggio dei cassonetti dell’immondizia, per l’approvvigionamento degli impianti di raffreddamento e riscaldamento ad eccezione degli impianti di scarico dei servizi igienici.
INDUSTRIALE – Come acqua per gli impianti antincendio, di lavaggio e per i cicli di lavorazione industriale, con l’esclusione categorica di tutti i cicli operatici che comportano un contatto diretto delle acque reflue depurate con gli alimenti o i prodotti farmaceutici e cosmetici.

Per le acque reflue provenienti da insediamenti domestici e/o assimilati i parametri da tenere in considerazione e che devono rientrare nei limiti tabellari imposti dal Decreto ministeriale 185/2003 sono i seguenti:
BOD5 – Biochemical Oxigen Demand, è la richiesta biochimica di ossigeno da parte dei batteri presenti nei sistemi di depurazione domestici, necessari alla biodegradazione della sostanza organica. Più è elevato questo parametro e più i microrganismi presenti nella fase attiva del sistema di depurazione hanno necessità di ossigeno per attivare il processo biologico depurativo.

Il limite imposto per questo parametro dal DM185/03 è di 20 mg O2/L COD – Chemical Oxigen Demand, è la richiesta chimica di ossigeno necessaria all’ossidazione chimica delle sostanze presenti nelle acque relfue domestiche inquinate. Indicativamente più questo valore è elevato e più l’acque reflua risultra inquinata ed i batteri presenti nel biorettore necessitano di quantità di ossigeno elevato per ossidare chimicamente le sostanze presenti.

Il limite imposto per questo parametro dal DM185/03 è di 100 mg O2/L SOLIDI SOSPESI TOTALI – I solidi sospesi sono quelle particelle in sospensione nelle acque reflue sia in forma disciolta che in sospensione. Possono essere solidi grossolani, solidi sedimentali e solidi non sedimentali ed in base alle loro caratteristiche possono richiedere sistemi di trattamento depurativo differente, che in reflui di provenienza domestica sono principalmente di natura fisica e biologica, senza quindi l’ausilio di prodotti chimici.

Il limite imposto per questo parametro dal DM185/03 è di 10 mg/lt AZOTO e FOSFORO – Le concentrazioni elevate di azoto e fosforo presenti nelle acque reflue va sempre evitata in quanto si possono sviluppare fenomeni di eutrofizzazione anche gravi dei corsi idrici superficiali recettori dello scarico, causando sviluoppo anomali di microbatteri che alla lunga provocano moria di pesci ed ambienti naturali complessi. Per lo sviluppo di tale fenomeno risulta necessaria la presenza in quantità elevata di tutti e due questi elementi. In ambito domestico attraverso l’utilizzo di sistemi di depurazione più semplici e che necessitano di operatività gestionale e manutentiva meno elevata, risulta più semplice e meno costoso l’abbattimento dell’azoto.

La quantità di fosforo oggi può invece essere tenuta sotto controllo alla fonte utilizzando preferibilmente detersivi per lavastoviglie, lavatrici e per uso umano con basso contenuto di fosforo ormai in vendita in gran quantità. I limiti imposti per questo parametri dal DM185/03 è di 2 mg P/L per il Fosforo e di 15 mg A/L per l’Azoto totale In ambito agricolo questi due elementi insieme al Carbonio, se ben dosati risultano invece necessari alla concimazione delle colture e quindi gli organi autorizzativi locali sono demandati dal DM ad elevare questi valori a 10 mg P/L per il Fosforo ed a 35 mg A/L per l’Azoto totale. E’ evidente infatti che risulta più semplice e meno costoso non eliminarli che eliminarli per poi reintegrarli.

In ambito domestico e/o assimilato è quindi necessario utilizzare sistemi di trattamento depurativo dal rendimento certificato EN 12566-3 2005, per avere la certezza dei limiti tabellari imposti dal DM 185/03 norme di riutilizzo acque reflue e quindi rispettare l’ambiente e la nostra salute. Tra l’altro il Decreto Ministeriale 8 aprile 2010 che obbliga alla certificazione EN 12566-3 2005 è cogente ed obbligatorio dal 01 novembre 2010 per tutti gli impianti di depurazione sotto i 50 abitanti equivalenti.

Secondo la normativa nazionale gli impianti di depurazione con capacità al di sotto dei 50/100 abitanti equivalenti regolamentati anche dai regolamenti regionali e locali, devono avere le seguenti caratteristiche:
a) semplificare, in relazione alle dimensioni dell’impianto, la gestione e la manutenzione, minimizzando i costi d’investimento e gestione, adottando la minore intensità tecnologica ed il minor utilizzo di energia possibile;
b) essere in grado di sopportare variazioni orarie o stagionali del carico idraulico edorganico;
c) permettere la realizzazione di una depurazione efficace anche delle utenze minori e diffuse evitando il collettamento di bassi carichi per lunghe distanze;
d) favorire il ricorso a soluzioni impiantistiche che permettano il recupero ed il riutilizzo dei reflui depurati a valle degli impianti in presenza di utenze già esistenti o potenziali ed in accordo con i requisiti previsti all’articolo 99 del decreto legislativo;
e) minimizzare l’impatto paesaggistico e le condizioni di disturbo del vicinato;
f) tutelare le acque sotterranee specialmente in zone vulnerabili all’inquinamento da nitrati.

Il sistema di depurazione a percolazione aerobica a flusso d’aria naturale BIOROCK di dorabaltea, integrato ad un sistema di disinfezione, risulta tra i più indicati per questo scopo, anche se altre soluzioni impiantistiche se ben gestite, manutenute e progettate possono essere prese in considerazione.

LINK CORRELATI:

Decreto Ministeriale 08/04/10 EN 12566:3 2005

Decreto Ministeriale 185 2003 norme tecniche riutilizzo acque reflue

Biorock percolatore aerobico a flusso naturale

Disinfezione

Filtrazione

Azoto

Fosforo

BOD

COD

Esempio riutilizzo: Subirrigazione

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