Può semplicemente chiamare i nostri operatori Dorabaltea che cercheranno di capire il problema e attivare tutte le disposizioni per risolverlo.

In piccola parte, si noterà solamente il coperchio esterno, in modo da permettere ai nostri operatori di controllare periodicamente l’impianto in maniera più veloce e sicura.

Utilizzare un depuratore significa permettere all’acqua che viene depurata all’interno dell’impianto, di non inquinare l’ambiente circostante ed essere riutilizzata in varie attività, mentre utilizzare la fossa biologica normale, significa eliminare solamente la massa dei rifiuti generata o da un condominio o da una semplice casa, attraverso le fognature, senza essere depurata e quindi inquinare l’ambiente.

La fossa biologica presenta delle efficienze di rimozione degli inquinanti molto basse, che quindi non rientrano nei limiti per lo scarico in acque superficiali o su suolo previsti dalla normativa. Inoltre all’interno della fossa biologica si sviluppano dei fenomeni di putrescenza innescati dalle condizioni di anaerobiosi e anossia che portano alla formazione di biogas maleodoranti. Aspetto non di poco conto è rappresentato dalla necessità periodica, e molto frequente di pulizia e spurgo.

Il progettista, l’impresa installatrice, il venditore dell’impianto ed il produttore. Tutti i soggetti sopra elencati sono responsabili dell’immissione sul mercato di prodotti in regola. Il Decreto Ministeriale 37 del 22 gennaio 2008 “disposizioni in materia di attività di installazione degli impianti all’interno e nelle dirette pertinenze degli edifici”, stabilisce in maniera certa le responsabilità dei soggetti che si adoperano per l’immissione sul mercato di prodotti inseriti negli impianti tecnologici degli edifici. La garanzia prevista dal Decreto a carico degli installatori è di 10 anni dopo l’installazione.

Il principio generale suggellato dall’art. 124 del D.lgs. 3 aprile 2006, n. 152 è che “tutti gli scarichi devono essere preventivamente autorizzati”, poiché il legislatore impone un controllo di carattere generale e preventivo su qualsiasi scarico.  L’autorizzazione allo scarico non in pubblica fognatura di acque reflue domestiche è di competenza del comune,  il quale provvede al rilascio delle autorizzazioni allo scarico di acque reflue domestiche, non in pubblica fognatura. Pertanto il nostro impianto è autorizzato.

La dimensione  di un impianto di depurazione è variabile in funzione dalla quantità di acque da depurare che viene scaricata dalle persone che abitano l’edificio. Per un’abitazione media di 100 mq, abitata da 3 persone, la misura di un impianto di depurazione completo di trattamento primario e trattamento secondario parte da un ingombro di 1,5 metri quadrati.

Le acque reflue per poter essere restituite all’ambiente, devono necessariamente essere sottoposte ad un trattamento depurativo. Che siano di origine domestica, agricola o industriale sono contaminate da diverse tipologie di sostanze organiche e inorganiche pericolose per la salute pubblica e per l’ambiente. Il mare, i fiumi ed i laghi non sono in grado di ricevere una quantità di sostanze inquinanti superiore alla propria capacità di autodepurazione senza vedere compromessa la qualità delle proprie acque ed i normali equilibri dell’ecosistema. E’ evidente quindi la necessità di depurare le acque reflue attraverso sistemi di trattamento che imitino i processi biologici che avvengono naturalmente nei corpi idrici ma con una velocità maggiore rispetto a quello che avviene nei corsi d’acqua.

Tutti gli impianti di depurazione Dorabaltea garantiscono il rispetto dei limiti tabellari imposti dalle leggi per la quantità di contaminanti residui presenti nelle acque depurate che vengono scaricate fuori fognatura. Per il rispetto dei limiti di legge è necessario che l’impianto sia stato correttamente installato, venga idoneamente gestito e manutenuto, oltre ad essere utilizzato in maniera corretta allo scopo per il quale è stato costruito da parte del consumatore.

La dimensione di un impianto di depurazione è variabile in funzione alla quantità di acque da depurare che viene scaricata dalle persone che abitano l’edificio. Per un’abitazione media di 100 mq, abitata da 3 persone, la misura di un impianto di depurazione completo di trattamento primario e trattamento secondario parte da un ingombro ci 1,5 metri quadrati. Secondo la normativa la dimensione di un impianto di depurazione è convenzionalmente definita come la quantità di carico inquinante biodegradabile prodotto e scaricato da un abitante stabilmente residente. L’ingombro di un impianto varia a seconda del tipo di tecnologia utilizzata.

Tutti i nostri impianti sono in regola con le normative vigenti. Ci sono normative internazionali con ricadute nazionali, normative nazionali, normative regionale e normative comunali. Il principio generale suggellato dall’art. 124 del D.lgs. 3 aprile 2006, n. 152 è che “tutti gli scarichi devono essere preventivamente autorizzati”, poiché il legislatore impone un controllo di carattere generale e preventivo su qualsiasi scarico. L’autorizzazione allo scarico non in pubblica fognatura di acque reflue domestiche è di competenza degli uffici tecnici locali, i quali provvedono al rilascio delle autorizzazioni allo scarico di acque reflue domestiche, non in pubblica fognatura. Le competenze a seconda del tipo di refluo e/o di attività da autorizzare possono variare dal Comune alla Provincia o alla Regione.

La fossa biologica presenta delle efficienze di rimozione degli inquinanti molto basse, che quindi non rientrano nei limiti per lo scarico in acque superficiali o su suolo previsti dalla normativa. Inoltre all’interno della fossa biologica si sviluppano dei fenomeni di putrescenza innescati dalle condizioni di anaerobiosi e anossia che portano alla formazione di biogas maleodoranti. Aspetto non di poco conto è rappresentato dalla necessità periodica, e molto frequente di pulizia e spurgo.

Le acque reflue per poter essere restituite all’ambiente, devono necessariamente essere sottoposte ad un trattamento depurativo. Che siano di origine domestica, agricola o industriale sono contaminate da diverse tipologie di sostanze organiche e inorganiche pericolose per la salute pubblica e per l’ambiente. Il mare, i fiumi ed i laghi non sono in grado di ricevere una quantità di sostanze inquinanti superiore alla propria capacità di autodepurazione senza vedere compromessa la qualità delle proprie acque ed i normali equilibri dell’ecosistema. E’ evidente quindi la necessità di depurare le acque reflue attraverso sistemi di trattamento che imitino i processi biologici che avvengono naturalmente nei corpi idrici ma con una velocità maggiore rispetto a quello che avviene nei corsi d’acqua.