Forse le domande giuste sarebbero: “Quanta acqua viene sprecata?” e “Noi, possiamo fare qualcosa?
Si, avete capito oggi parleremo delle acque reflue domestiche. Non staremo qui ad analizzare la situazione pubblica, ampia e complessa, che presenta comunque scenari perfettibili e migliorabili, ma ci concentreremo sugli aspetti più vicini alla quotidianità di tutti noi, sulle acque reflue domestiche, su ciò che possiamo fare giornalmente, con piccoli ma intelligenti gesti, e su come si stia muovendo il mercato dell’edilizia verso un’ottica di risparmio e riciclo.
Purtroppo i dati di partenza non sono molto positivi: circa un italiano su due non si cura dei rubinetti che gocciolano (52%), oppure lascia scorrere l’acqua quando lavano alimenti e stoviglie (47%), oppure usa elettrodomestici in modo scriteriato (32%). Metà della popolazione del nostro paese (49%) evidenzia “noncuranza riguardo lo spreco idrico”. (come spiega uno studio del sito “In a Bottle” –www.inabottle.it)
Più attenzione quindi in primis alla routine quotidiana. Un singolo gesto può avere un impatto minimo, ma una condotta più razionale e lungimirante alla lunga può significare un impatto notevole sull’ambiente che ci circonda (oltre che sulle bollette a fine mese!).
Se andiamo a vedere il consumo pro-capite di acqua potabile è di 425 litri al giorno negli USA, e 10 litri nel Madagscar, mentre per l’Italia è 241 litri al giorno. l’Italia con questo dato si conferma al primo posto in Europa per consumo d’acqua pro-capite mentre la media europea è di 180-190 litri.
Con buone pratiche e tecnologie innovative si potrebbe però abbattere quei 241 litri al giorno e arrivare a circa la metà.
Ma oltre ai consigli “della nonna” o ai semplici accorgimenti che possiamo mettere in atto a seconda delle proprie abitudini è però necessaria una presa di coscienza che parta a monte, fin dalla progettazione dell’ambiente abitativo, con un’adeguata e funzionale gestione delle acque reflue domestiche finalizzata al riutilizzo delle stesse in diverse modalità come ad esempio lo scarico della toilette, l‘irrigazione di aree verdi, il lavaggio di automobili o macchinari.
Un buon sistema di depurazione può permettere infatti di canalizzare gli scarichi a seconda della continuità del flusso, del recapito finale dello scarico (fognatura, corpo idrico superficiale o suolo) e del numero di utenti. Per avere un sistema di depurazione delle acque reflue domestiche efficiente, è necessario dimensionarlo e pensarlo nel suo complesso, considerando sia i trattamenti primari che quelli secondari. Per questo ci sono aziende come la nostra, in grado di offrire tutta la consulenza necessaria per progettare e realizzare il vostro impianto.
Sostenibilità, architettura verde, costruire a basso impatto. Come si traducono in pratica questi concetti? È veramente possibile, ma soprattutto redditizio e sostenibile anche economicamente, muoversi in questi ambiti d’azione?
Per cominciare a farsi un’idea di come un determinato edificio o stabile può essere o non essere in linea con quella che oggi viene definita “edilizia green” stanno nascendo delle certificazioni che hanno l’obiettivo di dare garanzie sui vari aspetti del progetto: dai materiali da costruzione, ai consumi energetici, alla lotta contro l’inquinamento.
Al momento, a livello internazionale, le certificazioni di riferimento sono tre:
LEED (Leadership in Energy and Environmental Design), nata negli Stati Uniti e ormai diffusa in tutto il mondo.
BREEM (Building Research Establishment Environmental Assessment Method), fondata nel 1990 in Inghilterra.
DGNB (Deutsche Gesellschaft für Nachhaltiges Bauen), per la Germania,
Di queste certificazioni in Italia è attiva la prima, la LEED, dall’aprile 2011, stabilisce uno standard comune di misura e promuove pratiche per la progettazione eco-sensibile.
Prevede sei categorie ambientali: Sostenibilità del sito, Gestione delle Acque, Energia e Atmosfera, Materiali e Risorse, Qualità ambientale interna, Innovazione della progettazione e Priorità regionale.
I livelli di certificazione sono quattro, a seconda del punteggio conseguito: Base, Argento, Oro e Platino.
Ma come sta andando l’economia di chi sta investendo in questi settori?
L’edilizia “verde” è cresciuta da un +2% nel 2005 al +10-12% del 2008, ed è attesa attestarsi al 38-47% entro il 2018.
Costruire risparmiando energia e salvaguardando il benessere ambientale e delle persone, è dunque il futuro dell’edilizia, apre interessanti prospettive occupazionali e permette a piccole imprese e start up di scoprire nuovi ambiti di mercato.
Più che il futuro, è già il presente.
Se stai pensando di realizzare il tuo impianto o vuoi soltanto informarti sulle possibilità che oggi il mercato può offrire nell’ambito delle acque reflue domestiche, contattaci senza impegno. Un nostro consulente sarà a tua disposizione.