95% delle acque reflue raccolte, 89% trattato. Questo è il dato riferito al 2014, un risultato buono che conferma la positività dei tassi di conformità con le norme dell’UE sulle acque reflue. Si può verificare esaminando la nuova relazione della Commissione sull’attuazione delle norme UE sul trattamento delle acque reflue, che testimonia un importante miglioramento negli Stati membri dell’UE-13.
Sulla carta è però presente una percentuale leggermente inferiore rispetto al periodo precedente, fattore dovuto all’inserimento, per la prima volta nella relazione, dei dati di tre grandi Stati membri, le cui prestazioni sono inferiori alla media.
L’andamento rimane comunque positivo per i paesi dell’UE-13, la cui situazione è in costante miglioramento se osserviamo gli ultimi tre periodi di riferimento.
Ciò non toglie che ci sia ancora molto da poter fare.
Le acque reflue urbane di 11 milioni di abitanti non vengono ancora raccolte e quelle di ulteriori 41 milioni non vengono adeguatamente trattate.
La relazione evidenzia la necessità di aumentare gli investimenti nel settore delle acque reflue, al fine di ottimizzare il livello di attuazione della direttiva e stimolare le conseguenti ricadute in termini ambientali e occupazionali.
L’industria idrica è infatti un importante motore per la crescita economica, creando una produzione annuale e un valore aggiunto di circa 137 miliardi di EUR e oltre 600.000 posti di lavoro correlati.
Il settore contribuisce anche all’economia circolare attraverso il riciclaggio dei nutrienti, i fanghi di depurazione, il riutilizzo delle acque reflue e la produzione di energie rinnovabili attraverso l’applicazione di nuove tecnologie a livello di trattamento.
Il livello generale di attuazione della direttiva UE è quindi attualmente elevato, ma nell’immediato futuro dovrà continuare a crescere ancora per arrivare a colmare completamente le seppur minoritarie falle riscontrate.